Il tavolo delle trattative - 2, Con Cairo, ma...

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view post Posted on 25/3/2007, 10:10
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BOLMIDA

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Con Cairo, ma….

Non si può non intervenire sulla polemica tra Comune e Torino FC, tra Chiamparino e Cairo .
Chiamparino accusa Cairo di averlo indotto a dargli una mano nell’acquisizione della società granata, in cambio della promessa di Cairo di caricarsi dell’onere dello Stadio Olimpico .
Cairo rifiuta tale onere perché giustamente ritiene l’impianto un assurdo in quanto a comodità, visibilità, capienza e, non ultima, sfruttabilità commerciale.
Chiamparino risponde piccato che per avere uno stadio grande ci vuole anche una squadra capace di riempirlo di spettatori e in questo critica Cairo per le sue campagne di mercato minimaliste .
Rilancia Cairo accusando Chiamparino di favorire palesemente la seconda squadra cittadina e cita fatti concreti quali il disequilibrio nell’assegnazione degli stadi, delle aree commerciali, perfino nelle garanzie per la copertura dei 120 milioni di euro che la Vecchia Baldracca ha chiesto ( complice appunto la disponibilità del Comune ) al Credito Sportivo .
Chiamparino non ci sta e accusa Cairo di fomentare gli ultras e di comportarsi come Giraudo.
Chiude Cairo dicendosi più che onorato dell’accostamento con gli ultras e sinceramente offeso del paragone con il malavitoso indagato manager della Goeba .
La sintesi di tutto ciò verrà presto discussa in Municipio il 21 Marzo prossimo quando ci sarà l’atteso incontro tra i due galletti .
A mio parere Cairo dovrebbe calcare la mano sul fatto che nell’eventuale attribuzione dei Campionati Europei non sarebbe il ristrutturato Stadio Olimpico a ospitarne alcune partite bensì il nuovo Delle Alpi pressoché regalato ai luogotenenti della Famigghia Agnelli .
Dovrebbe farsi spiegare come mai alla società riconosciuta ( e punita ) come la principale responsabile della regressione etica e morale del calcio sia stato fatto dono di privilegi che hanno quasi il senso del risarcimento di un danno subito se è vero che le si offrono :

1. garanzie per 120 milioni di euro a tasso zero Considerazione ; questa cifra è frutto dello studio preventivale per la ricostruzione del Delle Alpi, studio che essendo la Famigghia proprietaria di una delle più grandi imprese europee di costruzioni ( quell’Impregilo che pur avendo presentato una documentazione parziale e una cifra maggiore delle altre imprese, vinse la gara di appalto del Ponte sullo Stretto per…ritiro delle imprese contendenti ), non si può pensare male se si azzarda che il preventivo di spesa sia stato fatto proprio da una società satellite, che si tratti molto probabilmente di un preventivo gonfiato ad arte per stornare qualche decina di milioni di euro dall’effettivo utilizzo e dedicarlo ad altre priorità come per esempio un reale risanamento del bilancio della Goeba , che vive ancora delle iniezioni di doping amministrativo del già citato AD Giraudo. Considerazione ulteriore è che fin da subito la Famigghia possa rientrare di buona parte della cifra di 120 milioni, vendendo o affittando gli spazi commerciali, cortesemente regalati dal Comune in aggiunta allo stadio, a marchi della grande distribuzione alimentare e cinematografica; diciamo quindi che già solo con gli interessi derivati, la Famigghia potrebbe pagare la rata annuale al Credito Sportivo .

2. un impianto sportivo del valore di almeno 50 milioni di euro Considerazione : va detto che il Delle Alpi di per sé e con l’aggiunta di qualche tornello è da considerarsi uno stadio funzionale che non abbisogna di nessuna massiccia modifica che possa motivare quei 120 milioni di euro .

3. un’area commerciale che ai normali imprenditori viene fatta pagare 69 euro all’anno di pigione per mq e che invece alla Famigghia costerà appena 5 euro per 99 anni al mq Considerazione : questa è una vicenda assai spinosa che dovrebbe indignare tutti i cittadini che fanno imprenditoria, dagli ambulanti ai proprietari e gestori di attività quali bar, pizzerie, gelaterie, edicole, chioschi e quant’altro che affittano pochi metri di spazio pubblico per i loro dehors . Dovrebbe partire da loro - attraverso i singoli se non le loro associazioni di categoria - una vibrante protesta che porti alla parificazione delle quote di affitto come una giusta legge anche non scritta imporrebbe alle coscienze degli amministratori comunali .


Nel frattempo un gruppo di lavoro composto da rappresentanti della IX Circoscrizione, gruppi della Maratona e della Primavera, Comitato Dignità Granata, Associazione ex-calciatori granata, AMSG, Fondazione di Novelli e Coordinamento Toro Club è stato convinto a sedersi attorno un “tavolo di trattative” con l’assessore allo sport Montabone per discutere di Filadelfia .
Intanto andrebbe fatta una premessa per quanto riguarda i vari gruppi seduti a questo tavolo .
Storicamente va riconosciuto ai gruppi della Maratona, all’AMSG, alla IX Circoscrizione e al CDG, un più o meno convinto interesse per la salvaguardia del Fila .
Il CDG in particolare ha contribuito a tenere alta l’attenzione sul Fila, contributo che è stato ripagato con meritati crediti e fiducia dopo che anche nel recente passato troppe sigle si erano fatte portavoce dei tifosi ma tutte con particolari interessi economici, speculativi, politici ( Rinascita Granata, Azione Toro, Società Campo Civile Torino, Angeli del Filadelfia; sigla che anche chi scrive foraggiò, facendosi stupidamente gabbare )
Discutibile però, l’uso che il CDG ha fatto di questi crediti ; va bene stampare e regalare magliette ai bambini ricoverati negli ospedali, va bene destinare quasi tutti gli utili in beneficenza ( sempre ai bambini, sofferenti, dell’Associazione Bambini Cardiopatici ) , va bene il bellissimo lavoro in onore del Capitano, Giorgio Ferrini .
Però in ristretta funzione Filadelfia anche il CDG ha segnato il passo e le sue iniziative si sono impantanate nella ragnatela dei compromessi con le altre sigle al tavolo di lavoro .
Da fastidiose zanzare si sono trasformati in pulci ammaestrate che saltano a comando .
Quello che era un gruppo-guida sulle vicende del Fila è stato risucchiato dal nulla delle altre componenti, bruciando così il proprio credito per lanciarsi in un’operazione che fin da subito si presentava ambigua . Ebbene, con inusuale presunzione, pur non avendo da proporre persone con competenze specifiche, hanno ottusamente voluto buttarsi in un’avventura ben oltre i loro limiti ; ma qui non si tratta di vendere magliette o cd, è in ballo qualcosa di più grande, un patrimonio comune che non ci si può arrogare come proprio, senza renderne conto a chi ha concesso loro crediti e fiducia, a chi ha comprato le loro magliette e i loro cd . Un gruppo che aveva fatto della denuncia pubblica il proprio cavallo di battaglia, ha posato le armi ed è scesa a compromessi, a patti di riservatezza e di lealtà con chi mai è stato riservato, mai è stato leale . Una involuzione autolesionistica che denota, all’interno del gruppo una mancanza di strategie ( in funzione della compartecipazione con altri gruppi al tavolo di lavoro ) ma anche la clamorosa inflazione di quella parte centrale della loro sigla di gruppo ; la Dignità .
Per quanto riguarda i gruppi della Primavera, il Coordinamento e l’Associazione ex-calciatori, bisogna dire che Primavera e Coordinamento pur proponendosi come due sigle ben distinte vengono rappresentate dalle stesse persone e quindi di fatto si sgonfia notevolmente il loro valore .
Il Coordinamento poi, anzichè farsi forte di un conteggio assai improbabile e fittizio dei club aderenti ( non aderiscono a questa organizzazione gran parte dei club lombardi, gran parte dei club del nord-est, gran parte dei club dell’Emilia, discreta parte degli stessi club piemontesi, compresi alcuni tra i più grandi quali Almese e Punt Masin ) deve ancora dimostrare vitalità nelle iniziative che vadano oltre qualche risicato comunicato e che non siano fallimentari come la disastrosa joint-venture con la Pamsport ( ricordate la carta del tifoso, le trasferte e i pranzi a basso costo, i voli charter, i pullman granturismo, le convenzioni commerciali ?)
Poi dovrebbero motivare quella che fino a pochi mesi fa si poteva definire una totale indifferenza corporativa al problema Filadelfia, appena attenuata dal presenzialismo di pochissimi soci del Coordinamento stesso .
Per quanto riguarda gli ex-calciatori, bisogna purtroppo dire che alcuni fatti specifici interni all’Associazione, non aiutano a dare fiducia e credito quantomeno ai loro rappresentanti, Cereser e Rampanti .
Storie di deleghe mai date e poi concesse, storie di dimissioni poi rientrate, storie soprattutto - pensando alle riunioni con il Comune – che riportano note sul loro Statuto, opportunamente modificato per trasformare l’Associazione in una ONLUS in grado di richiedere e recepire fondi per la costruzione e la gestione di impianti sportivi polifunzionali .
E certo qui non si parla di campetti di periferia o del Ruffini o della Sisport .
Qui si parla della gestione del Filadelfia e più chiaramente di un gruppo che lavora per districare la questione Fila insieme ad altri e che allo stesso tempo ha già tutte le carte in regola per andare avanti da soli .
Si parla di un gruppo i quali rappresentanti ( almeno uno, Cereser ) avrebbero consolidati rapporti con alcuni imprenditori immobiliaristi ( gli stessi nomi fatti da Chiamparino in un’intervista a Marco Bonetto ) che hanno mire speculative nell’area Filadelfia ( la De-Ga del costruttore De Giuli e dell’architetto Gallesio ) .
Di tutto ciò, troppo tardi gli altri ne sono venuti a conoscenza .
In queste condizioni e con questi rappresentanti, i gruppi di lavoro sono seduti da mesi attorno a quel benedetto tavolo, hanno presentato uno Statuto al Comune e il Comune in cambio ne ha sottoposto uno suo .
Nel mentre, Montabone dichiarava che il Comune sarebbe entrato in una Fondazione insieme ai tifosi, anzi no perché il Comune non può farvi parte, anzi sì perché in passato lo stesso Montabone era consigliere della Fondazione di Novelli, anzi no perché è vitale che nel progetto Filadelfia entrino capitali privati e non pubblici ( con il sacrificio di almeno 5000 mq quadri dell’area Fila che guarda su via Giordano Bruno ; la solita tribunetta fittizia come già presentata nei plastici cimminelliani …) .E rimandava tutti dalla dottoressa Virano ( assessorato all’Urbanistica ) affinché seguisse l’iter burocratico ( senonchè Virano, che non c’entrava un cazzo con l’assessorato allo Sport e rispondendo del suo operato a Viano, li rimandava a Montabone ). Era la volta del sindaco usciva sui giornali e parlava di progetti della De-Ga in fase avviata . Bomba che Montabone a fatica disinnescava, smentendo, rintuzzando, anestetizzando .Come una barchetta di carta nell’oceano, stavano i rappresentanti dei tifosi, sballottati da una parte all’altra ; coscienti ? E chi lo sa !
Se avevano coscienza dei magheggi si potrebbe parlare di malafede, io voglio fortemente pensare che si sia trattato solo di incapacità .
Dal punto di vista “ideologico” bastava la sola presenza di Diego Novelli perché i “rappresentanti dei tifosi” si alzassero dal tavolo e se ne andassero sbattendo la porta .
Quantomeno, condicio sine qua non, il vorace ex-sindaco avrebbe dovuto presentarsi con tutta la contabilità della sua speculativa Fondazione ; quanti soldi ha preso, quanti ne ha spesi, quanti ne rimangono, caccia i soldi e vai fuori dai coglioni .
Ma pur rimanendo seduti cosa si è concluso in questi mesi di fervide attività ?
Bè una cosa è stata sicuramente fatta, a parte la stesura del succitato Statuto ; è stato per così dire concesso in via informale che i tifosi chiudessero un occhio ( o forse entrambi? ) su una delibera comunale del 25 Maggio 2006, dove al paragrafo 3 si legge : “impegno dei proponenti e/o loro aventi causa a garantire la con testualità dell’avvio degli interventi” .
Tradotto dal burocratese e sintetizzando, si parla di accordo tra Comune e Bennet SpA e dice che il Comune si impegna a favorire la nascita di una Fondazione ( se possa entrarvi o meno a far parte non si sa ) che si assuma l’onere di ricostruire e gestire il Filadelfia e che la Bennet inizi i suoi lavori all’ex-chinino ma a condizione che contestualmente inizino i lavori anche nel Fila .
A quel punto, non è un problema di soldi, che in parte già ci sono : 3,5 milioni di euro dal Comune ; 1 milione di euro dalla stessa Bennet che ha l’onere anche dell’urbanizzazione viaria e dei parcheggi in via Giordano Bruno, per altri 2,5 milioni di euro .
Ci sarebbero anche un tot di euro in tasca a Novelli ma idealmente parlando, se anche li tenesse e spendesse in medicine, personalmente sarei già contento così .
Dunque ci sono i soldi, mancherebbe la Fondazione e da mesi il “gruppo di lavoro” si riunisce per addivenire a una unità di intenti .
A me risulta invece che non siano addivenuti manco a scegliersi un portavoce e che si accapiglino già solo per chi deve scrivere i comunicati e chi la prima sigla a firmarli.
E comunque il Comune una risposta alle loro istanze – presentata attraverso quello Statuto che riprende a grandi linee lo Statuto della Fondazione di Diego Novelli – lo ha già dato da tempo, proponendo ( o imponendo ? ) una sua bozza di Statuto, dai contenuti e con delle intenzioni molto…cimminelliane. . Basti dire che tra le tante “clausole “ ce n’è una che garantisce ad una risicata maggioranza il potere di modificare lo Statuto stesso . Vale a dire che se, un domani, la Fondazione si ritrovasse con le casse vuote , potrebbe sempre modificare lo Statuto e cedere una parte dell’area per garantirsi la sopravvivenza finanziaria ( e i rimborsi spese ? )
E i rappresentanti dei tifosi cosa fanno nel frattempo ? Stanno seduti lì, elemosinando le attenzioni infastidite degli amministratori, sbandierando come conquiste le poche briciole che il padrone mai nega al servo . Soprattutto - e questo è gravissimo - non rendono conto ai tifosi delle loro azioni, sono ormai andati talmente a fondo da non riuscire o volere più tornare a galla .
Chi scrive ha voluto incontrare alcuni di questi rappresentanti ; ebbene ne ho avuto una sensazione assai sgradevole, di persone che si sono dette costrette ad andare avanti comunque, pur sollevando notevoli riserve nei confronti del loro stesso operato, pur lamentando sfiducia nei confronti delle altre sigle al tavolo, pur garantendo , alla fine dell’ultimo incontro con gli amministratori, la loro determinazione ad alzarsi definitivamente da quel tavolo . Eppure sono ancora lì, vincolati da un assurdo “patto di riservatezza” che li vuole impermeabili al dialogo, alla trasparenza, alla reciprocità, alla sincerità perfino.
Nel frattempo se qualche tifoso granata che non ha un cazzo da fare si facesse un giro dalle parti dell’ex-chinino, noterebbe una selva di ponteggi e gru e operai come laboriose formichine, tutti impegnati attorno al futuro centro commerciale Bennet ( in questo momento a “ due-piani-fuori-terra” ) lavori che NON sarebbero dovuti iniziare se non insieme ai lavori al Fila.
Ma alla fine qualcosa si è mossa : una grossa ruspa cingolata ha fatto la spola tra i cantieri Bennet e il cortile del Fila . Forse che sia questo il tanto auspicato inizio dei lavori ? Ma come, senza l’espletamento delle lungaggini burocratiche che parlano di DIA ( Denuncia Inizio Attività, iter obbligatorio ovunque ma forse non a Torino ) ? Senza l’esposizione della cartellonistica che riporta la natura dei lavori, progettista e progetto, proprietario e impresa, capitolato di massima, preventivo e tempi di apertura/chiusura lavori ( obbligatorio ovunque ma, chissà, forse a Torino…)
E cosa fanno i rappresentanti dei tifosi ? Niente, muti e allineati .
Non hanno fatto niente riguardo quella delibera che sanciva la con testualità dei lavori tra Bennet e Fila.
Non hanno fatto niente quando è stato loro imposta la partecipazione di Novelli
Non hanno fatto niente per lavorare in funzione di un fronte compatto ma anzi si sono presentati come tanti, piccoli staterelli e signorotti medioevali
Non hanno ritenuto - con estrema presunzione - di doversi confrontare con la base della tifoseria ( e questo mi fa pensare che meriterebbero venisse riscritta su di essi la famosa Congiura del silenzio se non che anche l’autore - paradossalmente - si è lasciato coinvolgere nell’ assordante silenzio ), proprio loro, altrimenti sempre così prodighi di comunicati per comunicare il nulla assoluto – Aggiornamento : oggi per la prima volta pubblicano un resoconto sull’ultima riunione . Meglio troppo tardi che mai
Mi ricordano tanto i lemming nella loro ottusa migrazione finale .
La domanda di un tifoso ai gruppi che millantano di rappresentare i tifosi è semplice : perché tutto ciò ?
Tornando alla querelle tra Cairo e Chiamparino, non ci si può non schierare con il nostro presidente che fuori dalle righe dice sostanzialmente al Sindaco-Don Abbondio : se pensate che io sia un altro Ciminello vi sbagliate di grosso; quel cesso di stadio Olimpico costato l’iradiddio alla comunità e che ora vorreste scaricarmi, tenetevelo pure .
Piuttosto, in un rapporto di pari dignità tra Torino FC e Goeba SpA datemi le stesse opportunità e le stesse condizioni di accesso ai crediti che garantite ai vs protetti , e poi vedete che lo ricostruisco eccome un Filadelfia da 40.000 posti!.
Dalla parte di Cairo, dicevo, ma anche il presidente deve fare sfoggio di concretezza senza montare la propaganda e la folla di tifosi per una nuova marcia il 4 Maggio.
Si sa che noi il 4 Maggio la nostra porca presenza la facciamo comunque, in barba ad ogni appello.
Se marce si devono fare che si facciano fuori da ogni data “coincidente” con un ormai atavico desiderio/necessità di incontrarsi e riconoscersi fratelli granata .
Che siano i “gruppi di lavoro” a chiamare a raccolta i tifosi che dicono di rappresentare .
Con tante sigle sedute al cadreghino , non dovrebbe essere poi troppo difficile far scendere in piazza qualche migliaio di tifosi .
Dunque che il presidente Cairo si muova in concreto, dia mandato per preparare un progetto per la ricostruzione del Fila ( un progetto sostenibile e realizzabile, certo non la boutade dei 40.000 posti ) un piano industriale per la valorizzazione dell’area anche limitrofa al Fila .
Progetti, costi , preventivi, ricerca e scelta dei partners commerciali,al limite anche un progetto di associ-azionariato con la raccolta di abbonamenti pluriennali .
Ma sempre con la garanzia di progetti passati e approvati in Consiglio Comunale, nulla osta all’usufrutto dei fondi già accantonati per il Fila che ammontano a oltre 5 milioni escluse le opere di bonifica e urbanizzazione viaria che sono a carico del Comune e della Bennet .
Con la garanzia che a gestire il Fila non sia una Fondazione che da un giorno all’altro modifichi il suo Statuto ( come fece il cercopiteco calabrone, facendo così sparire le clausole a lui scomode ) e che magari per sopraggiunte difficoltà economiche si venda qualche pezzo di area . Ri-aggiornamento , notizia dell’ultima ora ; ieri il presidente Cairo è stato ricevuto in un incontro “segreto” ( presenti i giornalisti de La Stampa che oggi ne danno un grande risalto …) da Montabone e Chiamparino . Distensione e affabilità, come vuole il protocollo quando si incontrano due soggetti di potere ; grandi progetti, esaltanti promesse . Ma, come già visto più volte nel passato, solo parole e niente più .Se poi queste parole vengono enfatizzate dal giornale della Famigghia…..
 
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