Il tavolo delle trattative - 3, La Corrida ( dilettanti allo sbaraglio ) 3a parte

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view post Posted on 31/3/2007, 12:47
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BOLMIDA

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LA CORRIDA ( dilettanti allo sbaraglio) 3a parte


Questo è dunque quanto emerge dalla strategia suicida messa in atto da chi ha preteso di rappresentare la tifoseria senza avere competenze, capacità, idee concrete.
Più si legge quel comunicato, più è forte la sensazione che a suggerirlo siano stati quelli del Comune .
I quali, ottenuto che fossero stati i tifosi a chiedere - anzi pretendere - che la Bennet iniziasse i suoi lavori all’ex-chinino e al contempo il Comune NON iniziasse i suoi al Fila, cambiano decisamente atteggiamento nei confronti dei tifosi stessi.
Per mesi i rappresentati attendono nell’anticamera del Palazzo che Montabone o Chiamparino trovino il tempo di riceverli .
Nei mesi si sono bevuti le rassicurazioni, le promesse, volevano sentirsi dire delle cose che gli amministratori furbescamente hanno detto loro ( ma sempre verbalmente eh ?) ; è come essere andati a consulto dal Divino Otelma, dal maestro di vita Do Nascimiento !
Quindi ad un certo punto ( nelle ultimissime settimane ) c’è stata una presa di coscienza sul fatto che il tavolo delle trattative era strumentale agli obiettivi degli amministratori e non certo dei tifosi ; si è capito che tra le varie sigle al tavolo ( alla faccia della sola voce autorevole; ai firmatari di questo documento del Luglio 2006, si aggiungeranno in seguito IX Circoscrizione, AMSG, Associazione ex-calciatori e gruppi della Primavera !) non solo non vi era nessuna convergenza di interessi ; che in fase di discussione interna al gruppo, si partiva con l’intento di presentarsi davanti a Montabone come delle tigri e si arrivava col miagolare come i gatti del Filadelfia .
Tanta era l’unione d’intenti !
Quando hanno metabolizzato tutto questo, ai rappresentanti dei tifosi non rimaneva che alzarsi da quel tavolo e andarsene sbattendo la porta e subito dopo mettere a conoscenza quei tifosi che dicono di rappresentare, sul principio di una totale trasparenza, comunicazione, assoluta empatia sugli obiettivi ( altrimenti chi o cosa rappresentano, se non sé stessi? ) .
Tutto questo non è avvenuto, perché non è dato saperlo .
Ci sono dei personaggi che per storia e indole non posso concepire si siano lasciati gabbare in questo modo.
Forse hanno peccato di eccessiva fiducia nei confronti di chi ha gestito questa faccenda sventolando documenti e carte varie facendo così credere di avere la situazione “burocratica” in pugno .
Forse ci possono essere personaggi che pur essendosi accorti ormai da tempo della brutta piega, stiano cercando di uscirne fuori con il minimo danno possibile .
Come dire che la priorità non è più la salvaguardia e l’onorabilità del Fila, ma della propria ; personale o di gruppo che sia .
Forse, infine, ci sono personaggi a conoscenza fin dall’inizio di accordi, progetti e obiettivi già concepiti, all’insaputa di alcuni gruppi .
Serviva solo del tempo perché evolvessero ad un punto di non ritorno .
Non è stato difficile scippare quel tempo agli sprovveduti .
Quale che sia stato il loro prezzo .
Pensare che si era presentata la possibilità di uscirne fuori senza troppi danni ( se non un generoso bagno di umiltà ) ; quando il presidente Cairo ha fatto irruzione come suo solito, come un carro da guerra ittita tra i soldatini di piombo, quello era ancora il momento giusto per alzarsi dal tavolo e sostenere il j’accuse che il presidente ha buttato in faccia ai vari Montabone e Chiamparino.
Invece no, perché c’è una sostanziale diffidenza nei confronti del presidente, per ragioni che esulano dalle mie conoscenze ( ossia ho delle opinioni in merito come tutti quanti, ma non hanno valenza di prova certa ) per il timore che un Filadelfia in mano a questo Torino Fc corresse gli stessi rischi del Filadelfia in mano al Torino-Ergom di Ciminello .
Come se una Fondazione con dentro Novelli e gli ex-calciatori potesse dare più garanzie di serietà e onestà !
Avrebbero dovuto scappare via da quel tavolo - i rappresentanti dei tifosi - ma non l’hanno fatto ; ancora sono convinti di essere interlocutori con i quali Montabone e Chiamparino possano di nuovo sedersi a trattare.
Forse perché a qualcuno tra i rappresentanti rode che l’entrata di Cairo nella trattativa vera e propria ( entrata più che legittima peraltro, visto che Cairo rimane l’ usufruitore finale dell’impianto ) scompagina i piani che volevano lo stadio affidato alle amorevoli e disinteressate mani del costruttore De Giuli ? Forse perché in questo modo non ci sarà più spazio per gli uffici della Fondazione di Novelli ?
Qualcuno perderà opportunità e visibilità politiche ?
Qualcuno dovrà rinunciare alla sua fetta di gloria ?
Comunque analizzando i fatti, questo tavolo sembra ormai essere anacronistico, ossia è ipotizzabile che l’interlocutore degli amministratori diventi Cairo che certo non è sprovveduto come i volenterosi tifosi .
Così come sarebbe dovuto essere fin dall’inizio .
Qualcuno ha scritto giustamente che forse anche Cairo ha giocato un po’ con i rappresentanti dei tifosi, giusto per capire quali erano le strategie di Montabone e Chiamparino ma anche le finalità latenti dei tifosi stessi.
Chissà che in definitiva i gruppi al tavolo non capiscano che c’è una sola via ed è quella di sostenere le giuste pretese di Cairo .
In futuro, se il presidente dovesse palesare altri pruriti, si potrebbe fare quello che sappiamo fare meglio ; denunciare, contestare, scendere in piazza .
Ma è un futuro certo non auspicabile e comunque non si può essere prevenuti nei confronti di Cairo, perché Calleri, perché Novelli, perché Ciminello……

In calce a tutto ciò, è bene chiarire alcune cose a sostegno di chi si sente “accusato” di malafede e me ne ha chiesto conto.
Per quanto riguarda i miei sentimenti sono essenzialmente di una profonda delusione ; delusione nei confronti di persone che ritenevo capaci, per intelligenza, per carisma, per meriti acquisiti nel tempo, di garantire una certa linea oltre la quale non debordare ; di garantire la massima trasparenza ; di scongiurare compromessi e inciuci vari .
Se sono arrivato a scrivere determinate critiche ( non attacchi ) è perché evidentemente ho sentito “tradita” quella fiducia .
So che è un sentimento comune a molti, ma io parlo per me . Se nel corso della mia critica ho usato frasi ed espressioni fortemente ironiche ( e non insulti ) è perché erano indirizzate a persone che hanno fatto della critica ironica il loro marchio di qualità .
L’intento – dichiarato anche agli stessi interessati – era quello di aprire una discussione, questa volta a tutti perché è doveroso che sia così, non certo quello di far chiudere a riccio le persone per una difesa corporativa che, per ora , è basata soltanto sul far presente quanti meriti passati hanno acquisito ; meriti che non sono certo in discussione, per quanto mi riguarda, non per niente li ho più volte evidenziati .
C’è anche una forte delusione verso determinate persone, che in lunghi confronti vis-a-vis, telefonici ed epistolari, hanno sostanzialmente fatto delle ammissioni in merito agli errori commessi oltre che all’incapacità di trovare un modo per venirne fuori .
Comunque, pur ribadendo che a mio parere, ci sono state e ci siano tuttora delle enclavi di dilettantismo, ottusità, presunzione, devo anche dire che considero parte delle persone coinvolte in questa faccenda, assolutamente in buonafede . Certo non tutte, ma non è mio compito o interesse fare dei distinguo .
A tutte queste persone in buonafede vanno dunque le mie scuse, per averle criticate apertamente e per averle ferite nell’intimo con la mia ironia, forse fuori luogo .
Anche io sono in buonafede ; innanzitutto ho voluto parlare a lungo con queste persone, capire le loro motivazioni, spiegare le mie .
Ne ho intuito una pur sofferta, fatalistica accettazione delle critiche .
La speranza comune che sarebbero state costruttive, di monito ma anche di presa di coscienza .
Del resto in passato non ho negato il sostegno, il riparo e la difesa da critiche gratuite, ingiuste,invidiose .
Non avevo messo in preventivo una latente permalosità, personale e di gruppo .
Non pensavo che queste persone fossero così aperte quando si tratta di accogliere elogi e gratificazioni e refrattarie a qualunque critica .
E’ dunque confermato che la vera personalità e lo spessore delle persone, emerge nei momenti di difficoltà .
E’ una considerazione assai amara; l’alternativa, per il quieto ( e falso ) vivere è il non rompere i coglioni e stare in silenzio.
L'unico motivo di conforto è il fermo intervento dell'unica persona alla quale mi sento di concedere illimitata fiducia,a prescindere .
Nelle parole di un certo Paolino Pulici, riguardo alla questione Fila, ritrovo tutta l'amarezza e il disgusto che provo io stesso :



Pulici, perché adesso vuole parlare del Filadelfia?

"Perché l'argomento è, come si sul dire, di nuovo caldo, dopo tutto quello che è venuto fuori nelle ultime settimane.
E perché adesso sono 10 anni che l'hanno demolito.
Perché si respira di nuovo la speranza che nasca un centro sportivo per gli allenamenti del Toro, perché nel contempo si è anche di nuovo propagata la sensazione che qualcuno possa utilizzare il Fila per altri fini.
E questo sarebbe assolutamente intollerabile"

Secondi fini: di lucro?
"Di lucro, certo.

Oppure vanagloria personale.
Ambizioni.
Quando dico che sul Fila bisogna fare solo dei discorsi puliti, completamente puri, è perché questo chiedono i tifosi.
Ma lo pretende anche la morale, dopo tutto lo scempio ed il mercato degli anni scorsi.
E lo pretendono le tradizioni.
Un ex giocatore del Toro, visto che io sono tale, in realtà sarà sempre un giocatore del Toro.
E allora anche noi granata che sul Fila ci siamo allenati e per tanti anni, dobbiamo sentire l'esigenza assoluta di collaborare senza mai anteporre interessi personali.
Così come Cairo sente la responsabilità di dover innanzitutto rafforzare la squadra.
Così come il governo cittadino, la Città, ha il dovere di tradurre i propositi in realtà"
...........................
"Non si può continuare ad andare avanti così, col Fila ridotto ad una discarica. Uno scandalo, a maggior ragione 10 anni dopo.
Ma riqualificare quell'area può significare veder nascere anche dei business.
Non vorrei che qualcuno pensasse a far nascere una macelleria, al fila, prima che i campi di allenmento.
Oppure che, attraverso il Fila, intendesse ritagliarsi posizioni di visibilità, crediti, affermazioni personali.
No grazie, la gente non lo tollera.
E poi c'è un'altra cosa che mi turba"
.......................
"Bisogna ricostruire il fila, ma anche la mentalità che per 70 anni ha dato vita a quei muri.
Non basta la scatola: bisogna riempirla di valori.
Se no si fa un fila finto che non serve a niente, tantomeno al Toro.
Per dire: io a Trezzo seguo da anni, solo per passione, quasi 100 bimbi della mia scuola calcio.
E li allevo seguendo gli insegnamenti che per anni mi avevano trasmesso i maestri del Fila, a Torino.
Ebbene, oggi posso dire con orgoglio che da me, a 180 chilometri da Torino, un piccolo Filadelfia è nato.
Ecco perché dico che con la rinascita dell'impianto devono rinascere anche certi valori.
Un punto di partenza può essere anche coinvolgere qualche ex giocatore che può davvero insegnare molto.
A parte il sottoscritto, immaginate Zaccarelli, Salvadori, Claudio Sala ... e potrei citarne altri ... che ogni tanto vadano a spiegare ai giocatori di oggi che cos'erano per loro il Toro ed il Fila.
Si tratta di gettare semi. In modo generoso, disinteressato.
E se qualcuno si può sentire offeso dalle mie parole, i problemi sono solo suoi: se non hai la coda di paglia, non puoi arrabbiarti quando dico che nessun politico, nessun imprenditore, nessun ex giocatore, nessun tifoso cosiddetto vip o chissà chè, può permettersi di pensare al Fila per business o vanagloria. E' un grido di allarme il mio: troppo delicato questo momento"


Edited by Bolmida - 31/3/2007, 15:29
 
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