| Il titolo di questo editoriale porta istintivamente il pensiero all’errante hidalgo Don Chisciotte che nella sua romanzesca follia lancia il povero Ronzinante contro – appunto – i mulini a vento . Tale tragica e fantozziana situazione ha dato sostanza a quel luogo comune che vede infrangersi qualunque iniziativa, anche lucida e onorevole, nella malaugurata ipotesi essa vada a sbattere, ossia interferire con i soliti interessi dei quali ho scritto e continuerò a scrivere . Trasferendo la metafora in ambito Filadelfia, a quanto successo ieri durante la visita pomposa della Commissione, è evidente come da oltre 15 anni si combatta una battaglia contro i mulini a vento . In passato c’è stata tra i tifosi una folle e incresciosa partecipazione all’abbattimento del Fila, ad opera del disonorevole Novelli . Nessuno che abbia mosso un dito, nessuno che si sia posto davanti alle ruspe, nessuna piazza Tien a men, insomma, al numero civico 40 di Via Filadelfia . Fatta salva naturalmente la battaglia ( contro i soliti mulini ) del donchisciottesco Manlio Collino, ieri presente, anzi incombente, con la sua rabbia silenziosa che non ha lasciato eredi, Manlio che non ha passato alcun testimone a qualcuno puro, incorruttibile, che non si lasci comprare o ridurre al silenzio, che dica quel che c’è da dire, soprattutto quando va detto e non quando fa comodo dirlo . La maggioranza dei tifosi presenti all’epoca della demolizione dello storico Tempio, applaudiva Novelli e le sue ruspe, stoltamente convinti dalle promesse del disonorevole Demolitore . Se il Don Chisciotte nel 1997 fu Collino, a soffiare sui mulini a vento della burocrazia si celava forse la volontà della Famigghia di impedire qualsiasi ristrutturazione del Fila – temendone il suo spirito indomito – o forse lo stesso Novelli, che mirava a compiacere qualche speculatore immobiliare . E guarda caso, c’era Novelli allora, e c’è Novelli pure adesso, c’erano le speculazioni allora e ci sono le speculazioni pure adesso . Oggi manca solo più la figura del Don Chisciotte folle che carica i mulini a vento .Ma chi sono oggi i mulini e chi è il vento che vi soffia addosso? A voler trovare la risposta, basta leggere le carte: delibere, statuti, comunicati di ringraziamento, etc . Il mulino è il Comune di Torino, con i suoi assessori arroganti, ignoranti e lottizzati . Il ruolo del vento, spiace dirlo ma non si può non farlo, è svolto da una decina di persone che da oltre due anni si sono autoelette rappresentanti dei tifosi e siedono chi di fronte, chi al fianco degli assessori/mulini . Spiace dirlo perché se oggi il Filadelfia non solo non è stato ricostruito, ma addirittura è stato parzialmente amputato, scarnificato, grazie alla folle condivisione dei maneggi degli assessori, da parte di questi tifosi prestati al…sindacalismo amatoriale . Tutta una serie di delibere volte a peggiorare la situazione già critica e a compromettere l’integralità dell’impianto, sono state accettate con rassegnazione, quando non addirittura difese da qualche azzeccagarbugli in cerca di lustro e lustrini . C’è stata, è vero, qualche debole critica, polemica, qualche denuncia sul collaborazionismo tra istituzioni e tifosi . E che ci sia stato collaborazionismo tra assessori e tifosi, non è una mia fantasia: esiste addirittura un comunicato di questi tifosi sindacalisti, che ringraziano gli assessori/mulini per la proficua collaborazione . Eh già, proficua, e solo andando a leggere tra le pieghe di quello scandaloso statuto fondiario, si percepisce quanto sia stata proficuo soffiare sui mulini a vento comunali per impedire a qualunque novello Don Chisciotte di andare contro gli assessori/mulini ;
articolo 3 bis . [..negli spazi che risulteranno eccedenti rispetto alle esigenze tecnico-sportive definite dalla Commissione Tecnica verranno collocate, nell’ordine e per quanto sarà possibile: una sala stampa a norma UEFA, un museo storico dedicato al Torino Calcio, la sede della Fondazione, la sede del torino FC, una foresteria in grado di accogliere i ragazzi delle squadre giovanili del Torino FC, le sedi delle associazioni formalmente costituite legate al Torino che ne faranno richiesta .]
articolo 16 - Estinzione della Fondazione …[…la Fondazione dovrà, entro i primi 12 mesi dalla sua costituzione reperire i fondi per la ristrutturazione e gestione ed avviare le conseguenti procedure di evidenza pubblica a ciò finalizzate ]…[…In tutti i casi di estinzione della Fondazione i beni immobili conferiti, con espressa destinazione per il perseguimento delle finalità, verranno retrocessi in capo agli originari proprietari ed in particolare l’area superficiaria dello Stadio Filadelfia e l’eventuale impianto rientreranno nella piena proprietà della Citta di Torino ai sensi dell’articolo 954 del codice civile con espressa rinuncia a conguagli . Il restante patrimonio verrà ripartito tra i Soci Fondatori .] .
Cioè a dire, se la Fondazione non riesce nei tempi e modi stabiliti a fare il Filadelfia, tutto quanto era del Comune torna al Comune e tutto il resto ( donazioni, sottoscrizioni, sponsorizzazioni, raccolte di soldi tra i tifosi etc ) verrà “ripartito” tra i Soci Fondatori. Tra i quali figura sempre e comunque, ma è solo un fatto accidentale, sia chiaro, l’ex-Fondazione Filadelfia del disonorevole Diego Novelli . Dunque, da qualunque punto cardinale e tridimensionale lo si guardi, si può senz’altro concludere che da parte di tutti i partecipanti c’è stato un proficuo lavoro . Insomma, ad oggi quasi nessuno si alzerebbe digiuno da quel tavolo . La domanda non può che sorgere lubranescamente spontanea :
Perché quei tifosi al tavolo non hanno difeso l’integralità dell’area ?
Perché non hanno preteso che il Comune rispettasse tutti gli impegni presi?
Perché hanno accettato che il Demolitore Novelli si sedesse al loro fianco?
Perché non hanno condannato e impedito le speculazioni delle teste di legno della De.Ga. ?
Perché si sono messi a “vigilare” e non, invece, a denunciare ?
Perchè?
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