SalvaTHOR Sirigu

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view post Posted on 16/7/2021, 11:51
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BOLMIDA

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THORE11

La meteora Sirigu, dopo aver illuminato per qualche anno le nostre notti buie, si allontana sbiadendo e sbiadita tra due ali di emozioni nette e contrapposte; chi già ne rimpiange le indubbie qualità tecniche e umane, chi lo descrive come l'ennesimo mercenario che ci lascia per il "calcio che conta".
Sulle caratteristiche tecniche c'è ben poco da dire; per almeno due anni è stato senza dubbio il miglior portiere italiano, in attesa che il giovane Donnarumma si sgrezzasse a tutto tondo, sotto gli occhi dei preparatori milanisti e del puparo Raiola.
Attingendo alle sua personalità e cultura, ragazzo tutto lavoro e libri, zero social e playstation, quindi meditativo quanto uno scugnIzzo può essere narcisista per intenderci, Tore Sirigu da Siniscola si è preso la grossa responsabilità di liberare il Toro e l'ambiente dalle catene della mediocrità cairese - quantomeno nella declinazione strutturale del Torino Fc - dalla malabitudine al "quanto basta", alla sufficienza. La malabitudine a quel centesimo tenuto strettamente e gelosamente in tasca, che non ci ha mai permesso di fare l'euro. Quando Sirigu, che per esperienze di alto livello avute - Paris Saint Germaine basta? - ha capito che il limite di quella squadra mazzarriana sì tosta e difficile da piegare stava in due fattori determinanti, ovvero il limite mentaltattico dell'allenatore e le strutture messe a disposizione dalla Merda di Masio, ha provato a spronare i compagni più rappresentativi dello spogliatoio, affinchè tutti insieme convincessero Mazzarri della necessità di uscire dal bunker tutto pressing e passaggi al portiere per evolvere in uno o più schemi tattici più produttivi nel punteggio e più soddisfacenti nel calcio proposto e soprattutto convincere il Bastardo Pezzente a fare investimenti di sostegno all'attività di una società professionistica.
La storia ci dice che Mazzarri, al termine della sua prima stagione piena fece finta di essersi fatto convincere e proclamò il passaggio al 4-3-3 o comunque a schemi più moderni del suo 5-3-2, tranne poi rimangiarsi tutto alla prima brutta figura in amichevole contro la Pro Patria. Per cominciare la seconda stagione piena tornando alle sue sicurezze senili, che poi sarà interrotta a metà dalle pesanti sconfitte contro Atalanta - in casa - e Lecce . Sul fronte cajrota, oltre al dover incassare il dietrofront del Pezzente sui promessi premi UEFA e sul via libera a qualche giocatore (N'Koulou) lo spogliatoio - Sirigu in testa giacchè gli altri leader al momento giusto o comunque per loro più opportuno si ammutolivano - deve anche prendere atto che il Pezzente non ha alcuna VERA intenzione di investire sulle strutture di lavoro: su tutte sala mensa, sala relax e zona sgambatura (lato via Giordano Bruno)per tacere del Robaldo. Deve anche prendere atto, Tore Sirigu, che nessuno dei suoi compagni intende fare la guerra al datore di lavoro dalle braccia corte e si ritrova perciò isolato per aver portato avanti rivendicazioni propedeutiche all'evoluzione della squadra, anche solo mentale. Consapevole che se ti alleni in un campetto la cui caratteristica principale è lo sventolìo delle vele strappate eh beh, non è che ti ispira poi tanta concentrazione. La impalpabile ma insopportabile sufficienza, quel minimo di combustibile indispensabile a fare girare il motore, ma senza mai poter dare fondo ai cavalli, senza mai poter azzardare un sorpasso, perchè si consuma troppo. Quel senso di sabbie mobili dove puoi solo sperare di galleggiare, senza troppo muoverti perchè altrimenti affondi, che fa però affondare quella sana voglia di migliorarsi, di crescere, di essere protagonista di una crescita collettiva, come già scritto, in termini di risultati e di amor proprio. Belotti, Rincon, De Silvestri, Ansaldi, Moretti, i presenti-assenti dello zoccolo duro dello spogliatoio che, insieme a Tore Sirigu, avrebbero dovuto perorare la causa del resto dei compagni, di tutto l'ambiente che in fondo chiedeva le stesse cose ma non ha mai avuto la minima possibilità di essere ascoltato. Ecco, questi giocatori cardine avevano quella possibilità ma chi per limiti caratteriali - il capitano Belotti - chi per interessi contrattuali - De Silvestri, Rincon, Ansaldi, sempre rinnovati; Moretti con la promessa di un posto in società, hanno lasciato solo Sirigu, che all'improvviso è diventato il rompicoglioni, il sindacalista delle cause perse, dove se per qualche aiuto degli dei, avessero vinto, mettendo all'angolo il Pezzente e costringendolo/convincendolo ad aprire la borsa, allora forse, chissà....
Non deve perciò sorprendere il calo di rendimento di un fuoriclasse, probabilmente l'unico in squadra perchè di Belotti in giro ce n'è ( Piccoli, Petagna, Scamacca, Pavoletti, solo per stare in casa nostra)
La cessione di Sirigu, va inserita in una strategia aziendale, tale infatti il Pezzente considera il Torino Fc, dove chi critica il capo deve essere fatto fuori. Con le modalità tipiche della Merda: irretire con l'inganno o le promesse il gruppo, isolare l'elemento più forte, creare un ambiente ostile, montare sui social e sui media una prospettiva negativa del personaggio. Il resto viene da sè, uno capisce e riconosce di essersi infilato in un troiaio dove ognuno pensa ai propri interessi, presenti e futuri (vero Moretti?) e non può che mandare tutti affanculo. Ora, la perdita maggiore per tutto l'ambiente non è tanto per le qualità tecniche di Sirigu che ripeto a mio avviso era l'unico fuoriclasse in squadra, tuttavia di portieri buoni è pieno il mondo, ma è quella sua spinta di competitività, ambizione, voglia di crescere e far crescere. Voglia di essere partecipe di una semina mentale che noi - l'ambiente - abbiamo perso, soddisfatti se la stagione si conclude tra il 12esimo e il 9no posto. L'ambizione alla sufficienza e alla mediocrità che da 16 anni ci propina un sempre sorridente Pezzente di Merda.
 
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