La finale di ritorno della sfida promozione nasce in un clima di estrema tensione emotiva dove la gens granata accorre in massa riempiendo lo stadio Delle Alpi in ogni ordine di posti, per sostenere i nostri ragazzi nell'impresa di ribaltare il pesante risultato dell'andata.
Risultato figlio di un black-out dei granata e della scatenata esibizione dei mantovani, confortati dal proprio pubblico.
Ma certo il piccolo stadio intitolato al "nostro" Danilo Martelli , non è lontanamente paragonabile allo stadio di Torino straripante di bandiere e cori pro-Toro; la vista d'occhio è spettacolare, la tifoseria promette una spinta incredibile.
L'andata della finale aveva scaturito un risultato tutto sommato meritato per il Mantova, anche se nato da qualche forzata pressione ambientale e comunque da grossi errori dei nostri difensori.
Due goal su rigore per il Mantova giovedi scorso, altri due - uno per parte - in questa domenica calda ma ventilata.
Già nel pre partita i giocatori mantovani "godono" dell'accoglienza dello stadio , per l'occasione trasformatosi in un'unica Maratona tutta granata
Al fischio d'inizio i nostri ragazzi prendono subito in mano le redini del gioco e non molleranno se non per brevi rifiatate.
Da ambo le parti si gioca duro, da una parte si costruisce, dall'altra si distrugge.
Alla fine del primo tempo il Toro va in vantaggio su rigore calciato con freddezza da Rosina.
Molti auspicavano un goal per tempo dimenticandosi che il 2-0 era il risultato minimo per andare ai supplementari.
Servirebbe il 3-0 secco, ma il Mantova pur concedendoci tre goal ci fa comunque pagare il tributo della rete del 3-1 che ci costringe all'inferno dei supplementari.
Da lì in poi saltano le marcature, si gioca sostenuti dallo stadio e dalla consapevolezza che non si può perdere un'occasione così ghiotta per salire in serie A: questo da parte del Toro, il Mantova invece gioca sulle ali della disperazione di vedersi sfuggire uno storico triplo salto, dalla C1 alla massima serie.
Il risultato fermo sul 3-1 promuove il Toro ma il carattere e la forza del Mantova sono sempre in agguato; un solo goal ci separa da una tragica debacle, un goal che i biancorossi arrivano pure a sfiorare con un diagonale di Gasparetto che tornerà spesso nei nostri incubi.
Ma è il canto del cigno dei lombardi, sprecata quell'occasione non hanno più la forza di lanciare altri attacchi alla porta di Taibi.
Gli ultimi istanti sono uno stillicidio dell'anima, il fischio finale sembra non arrivare mai e quando arriva il catino del Delle Alpi esplode in un urlo liberatorio.
Urla abbracci e lacrime, invasione di campo, caccia alle maglie e ai pantaloncini dei giocatori, caccia al ricordo da portarsi a casa, fosse un pezzo di rete delle porte piuttosto che una zolla del prato.
La marea umana esce con ordine dal grande impianto che in teoria dovrebbe chiudere i battenti per una profonda ristrutturazione.
Ma tutto è legato a certe vicissitudini sportive e giudiziare dei proprietari (virtuali) dell'immobile, vicissitudini che a noi granata non toccano, perchè abbiamo preso l'ascensore per la serie A e non è detto che mentre si sale ai piani alti, si incroci qualcuna che scende verso l'inferno della serie C .
Edited by Bolmida - 23/4/2012, 19:01
