2005/2008 - Cairo, il Grande Bluff, La lunga estate calda - Morte e Resurrezione

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view post Posted on 13/6/2006, 16:36
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BOLMIDA

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2004-2005


La stagione ricomincia dalle solite facce note; Ciminello è ancora saldamente al suo posto, tradotto in tempo reale dal leccaculi Romerio, i due infami Craverio e Zaccarello a furia di regalìe hanno dimenticato la solenne promessa della stagione precedente; dimissioni se non si raggiungeva la serie A .
Ma gli stipendi e le macchine a chilometri zero del parco Fiat possono ben più della dignità umana ed eccola allora la Banda Bassotti ripartire con nuove promesse .
E’ rimasto anche il mortifero e sonnolento Ezio “Patema” Rossi; anche lui ha mandato giù tanta merda ma non si mostra affatto sazio .
Avendo avuto la solita “carta bianca” dall’azionista di riferimento, il duo monnezza Craverio/Zaccarello, si imbarca nell’ennesimo strabiliante mercato: via Martinelli, Mandelli, lo spaesato Fernandez, Tiribocchi, Fabbrini, Galante, Adami, le cariatidi Saber, Walem e Masolini, Rubino e altri che per compassione non vengono citati .
Per buona parte della campagna acquisti il Duo Monnezza si vede sbattere la porta in faccia anche da giocatori di serie C .
Nessuno vuole venire al TorinoErgom di Franceschiello Ciminello; si è sparsa la voce che il padrone non paga e che la dirigenza tutta è un teatrino di buffoni matricolati .
I soli disperati che accolgono l’invito sono appunto giocatori sconosciuti, mezzo rotti o destinati al ritiro romagnolo dei disoccupati: Carbone, Giacchetta e Pesaresi in difesa, Humberto a centrocampo, poi rientrano con malcelata malavoglia i prestiti Mantovani e Quagliarella .
Ma la vera forza di questo Torino Ac 1906 è il doppio filo che lega la Ergom alla Fiat e così ad un certo punto qualcosa si sblocca e cominciano ad arrivare discreti giocati quali Maniero, Marazzina e Codrea .
A metà campionato, sempre per tacitare la rumorosa tifoseria, si premurano di far tornare il bizzoso Marinelli .
Il secondo campionato consecutivo di serie B è il solito calvario fatto di partenze a razzo per poi fermarsi e vedersi passare avanti la metà delle altre squadre .
Non bastasse questo scempio, il 24 Maggio pochi granata piangono la scomparsa del Presidente Orfeo Pianelli, il Presidente dello scudetto del '76, il più grande dopo l'inarrivabile Ferruccio Novo . Pochi granata lo piangono, ho detto, ed è purtroppo vero . Non ci sono tifosi al suo funerale, tranne uno; c'è addirittura un tifoso della gobba che, in vacanza a Ventimiglia, ha saputo della scomparsa del "grande rivale" ed è salito a Villefranche per rendergli onore .
Non ci sono club del Toro a salutare l'ultimo viaggio del presidente, tranne il Gigi Meroni di Milano e il Claudio Sala di Angera . Non ci sono nemmeno gran parte dei "suoi" giocatori ad accompagnarlo; Pecci, Castellini e pochi altri .
Due giorni dopo la scomparsa del Presidente Pianelli e proprio nel giorno del funerale, si spegne anche un grande tifoso granata; si chiama Carlo Sghirinzetti, storico segretario del Toro Club di Angera . Voglio menzionarlo nella Storia del Toro perchè meritevole ben più di tanti personaggi qui citati .
Meglio stendere un velo pietoso, dunque, e ritornare all'odissea del campionato .
Un'odissea che tra alti e bassi dura fino a una decina di giornate dalla fine, quando è chiaro che Mortimer Rossi è definitivamente bollito e da abbandonare al proprio destino .
Ma Agonia Rossi non è “uomo” da dimettersi così facilmente e allora bisogna fare opera di convincimento: parte così una sotterranea campagna di disimpegno nei confronti dell’ex-amico, da parte del Duo Monnezza, disimpegno che sfocia nel pubblico licenziamento del tecnico da parte di Zaccarello, licenziamento che avviene per cieca disperazione senza avere nessun altro tecnico in mano; così dopo 24 ore sul limbo, "Depressione" Rossi viene rimesso in sella al TorinoErgom .
Ne derivano piccate dimissioni del direttore sportivo Craverio, il Duo Monnezza dunque si scioglie e tocca a Zaccarello fare le veci di direttore generale, direttore sportivo e anche allenatore .
Il padrone Ciminello gongola compiaciuto perché i tifosi non gli rompono i coglioni e lui ha tre dipendenti al costo di uno .
Il compito assegnato a Zaccarello è arduo ma la squadra per fortuna ha una sua dignità e supplisce alle carenze tecnico-tattiche dell’improvvisato allenatore, entrando nella griglia dei playoff per la promozione in serie A .
Ascoli prima e Perugia dopo sono le avversarie della lotteria playoff, soprattutto la squadra umbra riporta alla memoria rivincite e rivalità in sospeso .
Eliminare l’Ascoli è tutto sommato facile, la doppia sfida contro il Perugia invece è da cardiopalma; migliaia di tifosi granata percorrono la penisola per la sfida di andata che viene vinta per 2-1 .
E’ il Toro che ti sorprende, che non ti aspetti
Il ritorno al Delle Alpi invece mostra il solito vecchio TorinoErgom, afflitto da amnesie e paure strutturali, caratteriali, per tacere di quelle tattiche proposte dal Monnezza baffuto .
Il Torino soffre il Perugia, lo teme e subisce per tutta la partita, fino ai minuti interminabili dei supplementari quando un gladiatorio e malconcio Maniero si carica la squadra sulle esperte spalle e la conduce con mestiere e furbizia al sicuro della promozione .
La festa è incontenibile ma dura quanto la vita di una falena: già all’indomani si comincia a vociferare che l’incasso della partita è stato sequestrato dalla GdF .
Nei giorni successivi esplode la grana dei debiti fiscali e contributivi e nonostante le patetiche rassicurazioni del pupazzo Zaccarello le voci prendono consistenza così come la voragine creata da Ciminello; si parla di oltre 60 milioni di euro di debiti in totale, debiti che gravano sulle casse vuote del club .
In queste condizioni si mette insieme una nuova stagione, a partire dal mesto ritiro a Macugnaga, dove sempre il solito burattino profumato tiene banco con le sue false certezze .
Intanto si è scelto il nuovo tecnico, si chiama Arrigoni e proviene dal Cagliari dove ha ben figurato .
A parte questo, si assiste alle prime fughe camuffate da questioni di famiglia e scelte di vita .
Molti hanno già un contratto in mano, da De Ascentis a Mezzano, da Conticchio a Mandelli .
Altri giurano eterna fedeltà, sono quelli che di lì a poco firmeranno un contratto con la GEA e che entrano di fatto sotto il controllo diretto o indiretto della Vecchia Baldracca .
Uno di questi è il biondino Balzaretti, idolo delle teen agers granata ma anche di mamme e di qualche tifoso di vecchio corso .
Il giuda con le meches tradisce migliaia di tifosi nella più turpe delle infamate, passando cioè direttamente all’acerrima rivale cittadina: la sua è la solita scelta di vita e poi, farà sapere, la Goeba apre porte fino ad allora soltanto sognate dall'ex-granata .
Scudetti, Champions League, fors’anche la Nazionale maggiore; significano ricchi premi partita, significa il lievitare degli stipendi .
Cosa non si farebbe per una scelta di vita !
In sede societaria intanto le cose precipitano, la GdF perpetua numerose perquisizioni in sede e nelle abitazioni di Ciminello e del pavido Romerio .
Rimane il solito lustrascarpe Zaccarello sempre rassicurante e conciliante; va tutto bene, non ci sono problemi, i soldi che mancano il padrone è pronto a tirarli fuori, cash .
Al di là delle patetiche conferme, la situazione si prospetta gravissima e la mazzata finale è data da una falsa fideiussione da 18 milioni di euro presentata dal calabrese mentecatto a copertura parziale dei debiti con il Fisco .
Si parte con i ricorsi e le istanze alle varie sezioni della FIGC, si chiede più tempo, più tolleranza ma il nocciolo della questione è sempre quello; bisogna tirare fuori i soldi, soldi veri e non quelli del Monopoli.
Ciminello finge una disperata corsa verso le banche, si dice disponibile a impegnare i suoi immobili ma ormai il bluff è scoperto; l’agonia si trascina fino a metà agosto quando la CAF sancisce il fallimento della società granata .
A questo punto rimane una corda alla quale aggrapparsi; si chiama Lodo Petrucci, è una normativa federale ideata dal dirigente del quale ha poi preso il nome e mira a salvaguardare il patrimonio sociale, sportivo e fideistico di una città e di una intera tifoseria .
Per accedere al Lodo Petrucci servono alcune condizioni non da poco; innanzitutto disponibilità economica sufficiente a coprire almeno 3 anni di gestione ordinaria; poi servono nuovi dirigenti ( nessuno dei vecchi può a nessun titolo entrare a far parte della nuova società ); la nuova società deve necessariamente ripartire dalla serie immediatamente inferiore a quella conquistata sul campo
Nonostante vari appelli del sindaco Chiamparino, nessuno sembra intenzionato ad investire soldi nell’impresa, nessuno tranne un gruppetto di tifosi granata guidati dall’avvocato Marengo, dal presidente dei piccoli imprenditori della provincia di Torino Sergio Rodda e dal paladino del Filadelfia poi diventato sodale difensore del calabrese, Gianni Bellino .
Pur armati di buona volontà i lodisti non hanno sufficienti risorse per rilevare la società ed ecco allora intervenire ancora Chiamparino che convince i dirigenti della municipalizzata Smat a sponsorizzare la nuova società nascente con un sostegno di 2 milioni di euro.
Con i soldi veri della Smat e il contributo di uno sconosciuto imprenditore ciociaro, la FIGC dà il via libera ai lodisti che acquisiscono la nuova società con il nome di Torino FC e partono in fretta a furia nella campagna di rafforzamento .
Succede però che i soldi sono stati usati quasi tutti per riscattare la società e le prime mosse fanno trapelare quanto i lodisti siano deboli dal punto di vista economico, nonostante da loro stessi vengano forti rassicurazioni su un socio occulto che al momento opportuno promette di palesarsi .
Intanto si riparte da zero, nessuno dei vecchi giocatori ha accettato la sfida, anche Pinga se ne è andato al Treviso finito in serie A al posto nostro, ammaliato dal suo vecchio allenatore Ezio Mortimer Rossi .
Il mercato viene gestito dall’ex-gobbo Michele Padovano, un uomo della GEA di Luciano Moggi, con tutto quel che ne consegue .
Gli arrivi lasciano tanto amaro in bocca a cominciare dal carneade Stringara che accetta di allenare dopo alcuni anni di inattività .
Anche i nomi dei giocatori non spingono all’ottimismo .
Sale la febbre della tifoseria, i lodisti sono sempre più accerchiati, la situazione diventa instabile e non sembra esserci alternativa se non all’improvviso il 13 di agosto spunta il nome di Urbano Cairo .
Imprenditore alessandrino nel campo della raccolta pubblicitaria e dell’editoria, Cairo presenta alcune qualità che ai lodisti mancano; innanzitutto una discreta disponibilità economica, poi sarebbe una sola testa a comandare e decidere anziché i 17 soci del lodo .
A suo vantaggio anche la possibilità di far fruttare come si deve il potenziale rappresentato dalla tifoseria affamata di una buona gestione societaria dopo anni di pene e sofferenze .
Il fattore Cairo esplode come una bomba carta in un deposito di dinamite, i lodisti vengono pressati affinché si facciano da parte passando le sorti del neonato club all’editore alessandrino ma Marengo, Rodda e Bellino fanno resistenza, pretendono garanzie, che si rispettino i contratti già stipulati ( ma non ancora depositati in Lega ) con giocatori e dipendenti .
Saltano fuori almeno 44 contratti che i lodisti hanno sottoscritto e che pretendono sia ora Cairo a farsene carico .
Cairo non ci sente e rimanda tutto ad un ultimatum ben sapendo che il tempo e soprattutto la tifoseria comincia a schierarsi dalla sua parte : “voglio il Toro subito e senza condizioni altrimenti mi ritiro “ .
I lodisti tengono una tesissima riunione con i rappresentati della tifoseria, in una domenica infuocata, negli uffici dell’avvocato Marengo, scelti come sede provvisoria del Torino FC .
Dalla riunione scaturisce la resa dei lodisti che si dicono pronti a cedere il 100% delle azioni a Urbano Cairo .
La tensione sembra svanire ma il colpo di scena arriva l’indomani, programmato giorno della consegna delle azioni; si fa avanti il terzo incomodo, quell’imprenditore ciociaro che aveva finanziato per 180.000 euro il lodo Petrucci e le prime spese di gestione della nuova società .
Il ciociaro si chiama Giovannone, rivendica il diritto al 51% delle azioni, forte di una scrittura privata definita con Marengo, Rodda e Bellino .
L’accordo tra Giovannone e il vertice dei lodisti porta una data antecedente alla riunione della domenica, dove i tre maggiori responsabili dei lodisti avevano garantito di essere pronti alla resa del totale delle azioni .
Il lunedì si trascina in un tourbillon di affermazioni e smentite, di responsabilità rimbalzate l'un l’altro .
In mezzo sta Cairo che sornione attende, ma in mezzo ci sono anche i tifosi che ormai non ne possono più .
Le prime avvisaglie sono una visita notturna all’albergo dove alloggiano i pochi calciatori sotto contratto; nell’occasione ai giocatori viene espressamente richiesto di congelare i rapporti con la nuova società e di sospendere gli allenamenti .
Il martedì la tensione sale e mentre si cerca di rintracciare Giovannone per portarlo in Municipio, un manipolo di tifosi incolleriti si reca a Giaveno, sede degli allenamenti, e costringe la squadra a interrompere il lavoro .
Il referente unico della tifoseria è Alberto “Jimmy” Fontana, il portiere-tifoso che vive con trepidazione la situazione, diviso tra professionalità e passione .
In serata finalmente Giovannone viene rintracciato e costretto a firmare la resa davanti al sindaco Chiamparino; è una serata surreale, il palazzo municipale è stretto d’assedio da centinaia di tifosi coi nervi a pezzi .
Il sciogliete le righe arriva solo quando escono le fotocopie firmate della resa di Giovannone . Fotocopie molto sospette, peraltro, su carta comune, scritte in stampatello in un italiano approssimativo .
In quel momento Urbano Cairo è virtualmente il nuovo presidente del Torino FC.
La gioia dura tutta una notte, l’indomani mattina Giovannone tramite i suoi legali fa sapere che non riconosce le decisioni prese la sera prima e ritratta tutto quanto ha firmato adducendo pressioni psicologiche, ambientali e quant’altro .
La rabbia diventa incontrollabile, per tutta la giornata si intrecciano le voci sulla presenza di Giovannone un po’ ovunque, si presidiano i suoi squallidi alberghi in città, ma anche gli aeroporti di Torino, Genova e Roma .
Si mormora di macchinate di tifosi pronti a intercettarlo anche al suo paese natale .
La sera vede ancora centinaia di tifosi raccolti sotto il Comune e al culmine di un drammatico faccia a faccia tra Cairo e i presenti, si capisce che la possibilità di un Toro libero e dignitoso sta per spegnersi definitivamente.
Se solo si trovasse Giovannone ….
Il tam tam della tifoseria copre tutte le possibili vie di fuga del ciociaro e finalmente all’alba del giorno successivo il testardo imprenditore, che nel frattempo ha fatto sapere che non intende assolutamente mollare la presa ma anzi millanta amicizie importanti ed è disposto a portare al Torino FC nomi altisonanti, viene finalmente scovato: si nasconde in un hotel a Moncalieri, insieme al suo fido Padovano e ad una guardia del corpo .
I tifosi si precipitano nella località della cintura torinese e il primo a capire che stavolta si fa sul serio è Michele Padovano che, navigato del mondo del calcio, alla vista dei primi inviperiti tifosi granata prende a piedi la via dei campi abbandonando persino la macchina .
Giovannone non capisce il pericolo incombente o forse non fa in tempo a scappare pure lui .
Fatto sta che col passare delle ore il piccolo hotel Campanile diventa la sua fortezza ma anche la sua prigione.
Centinaia di persone cingono d’assedio l’albergo, ormai non si cerca più il dialogo, si vuole la resa incondizionata pena gravissime conseguenze.
Giovannone dall’albergo lancia appelli ai magistrati, ai politici, alle forze dell’ordine ma quel pomeriggio tutti sembrano girare la testa da altre parti e il ciociaro ben presto capisce di essere stato lasciato solo .
Il caldo, la tensione accumulata per giorni, la testardaggine di Giovannone che non molla e anzi sfida i tifosi, tutto quanto assume proporzioni incontrollabili e alla fine scoppia la rivolta .
E’ un attacco durissimo, un blitz che travolge le poche forze dell’ordine, una marea umana che sfonda le porte dell’hotel e cerca di stanare il ciociaro .
Sono attimi di autentica follia, la gente resa pazza per i troppi sorprusi subiti mostra il peggio di sé, il lato violento di persone perbene prese in giro fin oltre il limite della sopportazione .
L’assedio si consuma con una violenza inaudita, parecchi militari sono costretti a ricorrere alle cure mediche, intervengono rinforzi per evitare che le cose finiscano in tragedia .
Giovannone viene scortato via dall’albergo in stato confusionale, la rabbia dei tifosi si sposta a Torino nella piazza del municipio dove vengono attaccati i cordoni di sicurezza della polizia .
La protesta si trasforma in guerriglia urbana, è una caccia all’uomo di incredibile intensità, con grande fatica e non senza conseguenze le forze dell’ordine riescono a riprendere il controllo della situazione .
A quel punto Giovannone è solo, abbandonato pure dagli ultimi irriducibili lodisti, i soliti Marengo Rodda e Bellino che fino all’ultimo tentano sconsideratamente di convincere gli altri soci a continuare l’avventura; non c’è più spazio per nulla, il ciociaro piega la testa anche a fronte di forti pressioni politiche e abbandona la contesa: questa volta e definitivamente, il Torino Fc è nelle mani di Urbano Cairo .

2005-2006


Si sono persi giorni preziosi per venire a capo della situazione, giorni che pesano sulla preparazione e sul mercato; Cairo si affida a Gianni De Biasi in panchina, e a Salvatori come DG .
Confermati alcuni dei giocatori dei lodisti ( da Oscar Brevi che diventa capitano a DouDou, Ardito e Fontana ) .
Gli altri nomi sono Muzzi, Taibi, Balestri, Nicola, Edusei, Fantini, Stellone, Rosina, Pagotto, Luigi Martinelli, Orfei, Music, Longo, Gallo, Ungari e De Sousa ai quali si aggiungono i pochi giovani rimasti: Campo, Bongiovanni e Ricky Vailatti .
La partenza avviene a fari spenti, incombe l’incognita della scarsa preparazione atletica, della quasi totale assenza di schemi mandati a memoria, ma la risposta della tifoseria è senza precedenti; un atto di vero amore quello sottoscritto da quasi 20.000 tifosi che acquistano l’abbonamento praticamente alla cieca.
Comunque sia, il Toro mostra grande grinta fin dalle prime partite e col passare dei mesi si piazza in maniera stabile tra le prime in classifica .
Sembra partire una stagione di rilancio e di serenità ma sulla testa dei tifosi cala la mannaia delle inchieste giudiziarie per i fatti di Moncalieri e del Comune .
Le testimonianze degli ispettori Digos unite ai filmati girati sul luogo degli incidenti, inguaiano seriamente qualche decina di tifosi, partono le perquisizioni all’alba, gli arresti in carcere e ai domiciliari, partono le prime restrizioni delle libertà, obblighi di firma e quant’altro .
La mazzata è devastante ma il popolo granata non si dà per vinto: inizia una raccolta di fondi in favore degli indagati che nel frattempo si devono presentare agli interrogatori davanti ai PM e alla GIP di Torino .
Varie le accuse contro di essi, si va dall’aggressione a pubblico ufficiale al danneggiamento, accuse gravi che comportano conseguenze altrettanto gravi .
E’ un autunno particolare quello del 2005; da una parte il Torino di Cairo acquista sempre più personalità e coraggio, dall’altro fronte la tifoseria lamenta l’assenza di alcuni dei leader storici costretti in carcere .
Arriva poi l’inverno, la squadra frena un po’ la corsa al vertice mentre qualche situazione giudiziaria degli indagati si alleggerisce .
Sul fronte Filadelfia si apre uno spiraglio, tra le pieghe delle Olimpiadi Invernali ospitate dalla città di Torino; ma si capisce subito che alcuni tifosi che millantano di rappresentare gli interessi del Filadelfia in realtà incrociano troppo spesso gli interessi dei rappresentanti degli speculatori e ancor più dei rappresentanti del Comune stesso . Quando al tavolo viene invitato a sedere anche l'infame Novelli, il Demolitore, il cerchio si chiude e cala ogni aspettativa e speranza di un Filadelfia riportato al suo fascino e uso originale. Si comincia a parlare di spazi commerciali, e si arriva all'assurdo che i tifosi al tavolo cominciano a sostenere le tesi degli assessori Viano e Montabone, a fronte di promesse come le sedi delle varie associazioni e il riconoscimento dello status di soci fondatori del nuovo Filadelfia .
A Gennaio/Febbraio 2006, il Torino Fc è ufficialmente in piena crisi, di risultati e di personalità, comincia a perdere terreno dal vertice della classifica e partono le prime contestazioni, tutte indirizzate all’allenatore De Biasi che viene invitato ad andarsene da uno striscione esposto da alcuni rappresentanti della Maratona, dentro il campo di allenamento di Orbassano .
E’ il momento più basso della pur giovane esistenza del Torino FC ma Urbano Cairo non tradisce il suo allenatore anzi rilancia, mettendogli a disposizione alcuni elementi, tutti provenienti dalla serie A; Melara, centrale del Livorno; Lazetic, esterno, anch’esso livornese; Gallo, regista ex-Atalanta e il trequartista Ferrarese .
I nuovi tardano a fare gruppo con i vecchi, si mormora addirittura di qualche boicottaggio nello spogliatoio .
Il tempo, la pazienza, la tolleranza, l’ottimismo smisurato del presidente Cairo riescono piano piano a raddrizzare la barca, il Torino Fc riprende la corsa inanellando una serie impressionante di vittorie, ben 9 su 10 partite, ma ormai l’Atalanta s’è involata e finisce matematicamente in serie A quando ancora mancano alcune partite .
La lotta ora è a due, tra Torino e Catania, nessuna delle due molla ma i siciliani godono di un calendario più favorevole e inoltre stanno avanti di 2 punti .
La stagione regolare finisce così, col Catania secondo e il Toro terzo e rimandato alla lotteria dei playoff insieme a Modena, Mantova e Cesena .
Nelle semifinali il Toro si libera piuttosto agevolmente del Cesena mentre il Mantova elimina a sorpresa la favorita Modena .
La finale è dunque Mantova–Toro e a seguire il ritorno Toro–Mantova.
All’andata si gioca nel piccolo impianto lombardo intitolato all’Immortale del Grande Torino, Danilo Martelli .
La partita sembra mettersi bene per il Toro che segna quasi in apertura, tranne poi subire la rabbiosa rimonta dei mantovani che ci infliggono un pesante 4-1
La botta è pesante ma a lasciare posto alla speranza c’è il goal di Abbruscato che chiude la prima delle due sfide sul 4-2 .
Al Toro serve una grande prestazione al Delle Alpi, serve un 3-0 o almeno un 2-0 per giocarsi il tutto per tutto ai supplementari .
Il Toro ha bisogno della sua gente e, manco a dirlo la gente granata risponde con il tutto esaurito .
Domenica 11 Giugno 2006; da tutta Italia, isole comprese ma anche dagli USA, dall’Olanda e dalla Svezia, convergono a Torino circa 60.000 spettatori per spingere in avanti i ragazzi di De Biasi nell’ultima grande impresa .
Il Mantova scende in campo stordito da tale cornice di pubblico, un pubblico che scarica nel rettangolo di gioco tutta la tensione di una settimana, pubblico che ha anche 15 anni di umiliazioni sulle spalle e che tira fuori ogni energia possibile per gridare il proprio orgoglio e il proprio diritto alla serie A .
La partita è subito una battaglia, di nervi e provocazioni, di decisioni arbitrali inoppugnabili ma anche da contestare.
Chi temeva la ripetizione della sciagurata prestazione dell’anno precedente contro il Perugia può quantomeno tirare un sospiro di sollievo; il Toro c’è, reagisce, attacca e si difende consapevole dell’importanza della posta in palio.
A metà del primo tempo l’arbitro fischia un rigore per fallo su Muzzi; batte Rosina, siamo sull’1-0 .
Nel secondo tempo sale l’intensità della battaglia ed è ancora Muzzi protagonista, a insaccare il goal del 2-0
A quel punto siamo in perfetta parità, basta chiudere con quel punteggio per accedere ai supplementari ma il Toro ha ancora energie da spendere ed ecco il terzino Nicola proiettarsi in avanti e siglare il 3-0 .
Toro a questo punto in serie A, ma il Mantova rialza la testa e costringe il Toro ai supplementari segnando la rete del 3-1 .
Lo stadio trova ulteriori energie da rovesciare sui nostri ragazzi, ormai allo stremo come del resto i lombardi .
Le azioni si susseguono senza fine, i lombardi cercano di colpire su calcio piazzato, una delle loro specialità, ma il fortino granata regge, regge anche all’espulsione di Enrico Fantini; del resto non è la prima volta che il Toro finisce le partite importanti in inferiorità numerica .
Gli ultimi istanti sembrano non finire mai, poi il fischio dell’arbitro che chiude la sfida e ci consegna alla serie A .
Parte la grande interminabile festa tra invasioni di campo, ritrovo al Filadelfia per gli immancabili gavettoni e per le vie del centro per far sapere a tutti, ma sopratutti ai cani gobbi, che il Toro è tornato nel posto che gli compete .
Peccato che quasi sicuramente non ci si potrà incrociare nei derby con la Goeba, perché nel frattempo è scoppiato lo scandalo degli arbitri corrotti e delle partite truccate .
E chi potevano essere i protagonisti principali del calciogate se non i disonesti in capo alla Vecchia Baldracca ?
La stagione si chiude quindi con la sensazione di essere rinati a nuova vita; il Toro è in serie A, c'è di che essere felici ma il Destino è in agguato e si porta via un caro amico, Piero .


2006-2007

E' la stagione del Centenario e, tanto per cominciare, si parte col Toro in serie A e la gobba in serie B .
Già questo, almeno simbolicamente, rappresenta un parziale riscatto per la storica disparità di trattamento tra la società granata e quella a striscie .
Il resto, si spera, dovrebbe farlo la campagna acquisti del presidente Cairo .
Oltre alla conferma dei migliori, Rosina Muzzi e Ardito in primis, Cairo assolve a una promessa fatta a molti giocatori della promozione, ossia la riconferma; in questo modo, rimangono in granata anche Brevi, Taibi, Balestri, Lazetic, Melara, Stellone, Abbruscato, Oguro, Doudou, Fontana, Ferrarese, Gallo, Music e Martinelli . Peccato che tra i pochi non confermati, ci sia quel Davide Nicola protagonista dello spareggio contro il Mantova e che avrebbe meritato miglior trattamento.....Alcuni nuovi acquisti sono di assoluto prestigio, come Abbiati, Fiore, Barone, Comotto; altri sembrano delle buone scommesse come il leccese Konan, il palermitano Bovo, il mantovano Cioffi e il giovane del vivaio Ogbonna, non manca la perenne promessa Vailatti; altri sono giocatori di lungo corso come Franceschini e Di Loreto; altri ancora sono arrivi incomprensibili, quali quello dell'infame De Ascentis, del "pensionato" Pancaro e del "viveur" Coco .
Riconfermato anche l'allenatore della promozione, Gianni De Biasi, o almeno, riconfermato per tutta la preparazione pre-campionato e silurato quando mancano 4 giorni all'avvio; si mormora di diversi intendimenti con il presidente circa la campagna acquisti. Ma De Biasi paga sopratutto una battuta infelice fatta in sala stampa quando, a chi gli chiedeva un parere sul giapponese Oguro, rispondeva candidamente : "Oguro chi ?" .
A sostituire De Biasi, Cairo chiama Alberto Zaccheroni, un nome grosso che sembra confermare la volontà del presidente di costruire un Toro valido sulla base di un progetto a medio-lungo termine .
Dunque si riparte con grandi attese e va detto che la prima del campionato vede i granata giocare di buona lena e con discreti risultati. Latita il gioco, d'accordo, ma ci si può accontentare del buon posto in classifica.
A dicembre il Toro festeggia se stesso e i suoi cent'anni di Storia . Cento Campioni scendono in campo in una coreografia un pò opinabile magari, ma rivedere ex come Junior, Combin, Policano, Marchegiani, Silenzi, tutta la squadra dello scudetto, compreso anche la faccia di bronzo Zaccarello . Il Toro batte l'Empoli con un goal del capitano Comotto e la notte si allunga nei festeggiamenti presso il bar che aveva ospitato la Fondazione della squadra granata, nel 1906 .
In campionato tutto crolla dopo la sosta natalizia; Zaccheroni sembra perdere il controllo dello spogliatoio, tra i "vecchi" e i nuovi giocatori non si crea alcun feeling, il Toro comincia a scivolare in classifica e al presidente non rimane che giocare la solita, unica carta che si gioca in questi casi; via Zaccheroni e ritorno di De Biasi . Il finale dei granata è quello solito, ossia al cardiopalma: si finisce sedicesimi, senza infamia e senza lode .


2007-2008


Per dimenticare la brutta stagione appena conclusasi, il presidente Cairo è costretto a rimettere mano al portafogli - ma sempre con morigeratezza quasi scozzese - e a rifondare parzialmente la rosa . Ormai sciolta la promessa riconferma dei giocatori della promozione, Cairo comincia una piccola rivoluzione fin dai vertici societari; nel ruolo di amministratore delegato arriva un ex-procuratore, Stefano Antonelli . Come direttore sportivo arriva Fabio Lupo, delfino dello stesso Antonelli . Allenatore è il sanguigno Walter Alfredo Novellino, ex Samp ma anche ex-giocatore granata dell'epoca d'oro del tremendismo .
Per quanto riguarda la rosa di giocatori, da menzionare l'addio di Abbiati, che insegue un ricco contratto spagnolo, gli arrivi sono quasi tutti di prim'ordine; Sereni in porta, Lanna, Dellafiore, Natali, Motta in difesa; Grella, Corini, Paolo Zanetti a centrocampo; Di Michele, Ventola, Bjelanovic, il francesino Malonga e Recoba in attacco .
Con le conferme di Rosina, Comotto, Barone, Stellone, Lazetic, Franceschini, Di Loreto, Oguro, con i giovani Rubin, Ogbonna, Bottone, Gomis e Vailatti, il Toro comincia la nuova stagione con buone aspettative . Tra i tifosi si parla addirittura di zona-Uefa..... Come al solito il Toro parte abbastanza bene tranne poi perdersi, a causa dei soliti problemi di spogliatoio e di contratto e una serie impressionante di infortuni muscolari . A deludere maggiormente sono Di Michele, reduce da una lunga squalifica per una storia di scommesse illecite, le punte Ventola e Bjelanovic, nonchè un Recoba raramente impiegato e, perciò, poco decisivo . Deludono anche Barone e per certi versi il metronomo Corini . Al mercato di Gennaio si deve necessariamente riaprire i cordoni della borsa e Cairo ingaggia gli esterni palermitani Diana e Pisano . Nello spogliatoio, il capitano Comotto - ammaliato dalle sirene fiorentine - perde la fascia che passa a Rosina . In campo la squadra sembra rispondere positivamente, infilando ben 8 risultati utili consecutivi tra i quali un buon pareggio nel derby e le vittorie contro Palermo e Atalanta .
Il finale però è come al solito un affronto alle coronarie, Novellino comincia a dare preoccupanti segni di instabilità e porta la squadra alla deriva, Cairo si vede costretto a fare ricorso alle ...sapienti arti taumaturgiche del suo fido Gianni De Biasi il quale gongola per la rivincita e ma comunque conduce la squadra in salvo .
Sul fronte Filadelfia continua la luna di miele tra assessori e speculatori e alcuni componenti dei "tifosi" che siedono al tavolo . Il problema è sempre lo stesso; trovare i soldi per ricostruire l'impianto . I soldi però ci sarebbero, sono quelli della Ergom di Ciminello, della Bennet, i pochi spiccioli del Demolitore Novelli, ma i tifosi cosidetti "tavolisti" hanno ormai i paraocchi, difendono l'operato degli assessori e a traino di questi si giunge all'inconcepibile; 4000 metri quadrati di area Filadelfia vengono stralciati dall'uso sportivo e destinati per delibera comunale ad uso commerciale. Ci si prepara per recarsi dal notaio e sottoscrivere la nascita della Fondazione con la presenza di Novelli, ma dal Comune cominciano a frenare e a prendere tempo...




2008 - 2009



La stagione comincia sotto il giogo imposto da De Biasi al presidente Cairo; la salvezza in cambio della riconferma sulla panchina granata . Antonelli e Lupo sono ormai defenestrati e si può dire che è il presidente che si mette a pasticciare tra i box del calcio mercato, d'altronde il giocattolo-Toro è suo e pretende di giocarci .
Lanna, Dellafiore, Motta, Grella, Di Michele, Oguro, Lazetic, Recoba, Comotto e Bottone pagano per il campionato precedente, il portiere Fontana, al quale era stata data fiducia come secondo portiere, viene retrocesso a terzo incomodo con l'arrivo di Alex Calderoni e se si considera anche il giovane Gomis, forse anche al quarto posto della graduatoria . Nonostante ciò rimane e nel corso della stagione, forse si ritaglierà il suo momento da protagonista, seppur occulto .
I nuovi arrivi sono gli attaccanti Rolando Bianchi e l'ex-gobbo dopato Nicola Amoruso; i due hanno fatto coppia e faville anni addietro alla Reggina, per assurdo si pensa che rimettendo i due insieme....
Ci sono i centrocampisti Abate in prestito dal Milan, lo svizzero Dzemaili e l'austriaco Saumel; i difensori Pratali dall'Empoli e Colombo dall'AlbinoLeffe . Di Calderoni abbiamo già accennato e dunque la rosa per la nuova stagione non vale certo quella precedente e i risultati non tardano a confermare i timori: il Toro si stabilisce in pianta stabile a ridosso della zona retrocessione, che non lascerà mai fino al cambio in corsa, della panchina; se ne va Gianni De Biasi e ritorna Walter Novellino . La società sembra sempre più allo sbando con il timone affidato al mozzo Cairo, a raddrizzare la barca sale a bordo l'ex-direttore sportivo del Palermo, Rino Foschi, un tipo sicuramente "navigato" nel mondo del pallone . ma ahimè puoi essere capitano di lungo corso ma se non hai le palanche la barca continua a imbarcare sempre più acqua; il mercato di riparazione è desolante per i nomi che arrivano: la mezzapunta Gasbarroni a evidenziare la profonda crisi in cui è caduto Rosina; la vecchia conoscenza Dellafiore e un altro difensore centrale, Rivalta dell'Atalanta, che descrive il fallimento dei vari Pratali, Natali e compagnia .
L'unico con i coglioni quadri sembra essere Rivalta che infatti si infortuna al menisco e salta quasi tutto il resto della stagione . Per Gasbarroni qualche comparsata, pensare che è un pupillo di Novellino !
La barca-Toro è ormai solo più un misero canotto mezzo sgonfio, dallo spogliatoi cominciano a partire le mezze voci contro Novellino, alle mezze voci abbocca qualche sigla di tifosi, partono i comunicati tafazziani che contribuiscono non poco ad aprire altre falle nello scafo . Cairo gioca la carta disperata di Camolese, ma il vecchio cuore Toro trova una squadra morta, che manco un defibrillatore potrebbe scuotere dal torpore e dalla bovina rassegnazione . La speranza è quel punticino che ci tiene a galla rispetto a Bologna e Lecce, con la Reggina ormai spacciata . Intanto Siena e Chievo salutano i quasi-naufraghi e si salvano alla grande, noi ci scambiamo il cerino con il Bologna ma alla fine rimane in mano nostra . Di nuovo serie B, una mazzata crudele ma assolutamente meritata, anche considerando qualche torto arbitrale . Paghiamo l'assoluta inettitudine societaria (leggasi Urbano Cairo), paghiamo i troppi cambi di allenatori, complice una banda di calciatori-amebe con la testa in discoteca o alla playstation . Paghiamo per qualcuno che ha remato contro nello spogliatoio, la solita gola profonda che non manca mai, insomma . Paghiamo anche per una tifoseria organizzata che si smembra e si ricompone, che si dice rinnovata e poi sembra di rivedere la vecchia DC.
La vicenda Filadelfia regala l'ennesima sorpresa; l'avevamo lasciata con il Comune che tirava il freno e la ritroviamo alle prese con una mega-ipoteca di 38 milioni di euro sul diritto di superficie, regalo dell'era Ciminello .




2009 - 2010

Dopo la vergognosa caduta della stagione appena conclusa, il maldestro presidente Cairo, ribattezzato dalla tifoseria "Ciro braccino" e fatto oggetto di pesanti quanto meritate satire sul web che lo dipingono nel più benevolo dei casi nei panni di uno straccione, si riappropria del timone della bagnarola Torino FC e detta tempi e modi del nuovo mercato; rimane il "mago" Rino Foschi ma il rapporto tra i due mostra già le prime incrinature; partono Dzemaili, Barone, Rosina, Franceschini, Stellone, Ventola, Abbruscato, Di Loreto; i nuovi arrivi rispondono ai nomi di : Loria, Genevier, Belingheri, Coppola, Antonelli, Vantaggiato; torna il figliol bastardo Di Michele dopo il veto di De Biasi ed è proprio a quest'ultimo che il nuovo allenatore Colantuono affida sciaguratamente la fascia di capitano. Mai questo simbolo prestigioso era caduto così in basso . L'avvio di stagione è - come nella migliore tradizione granata - esaltante nelle primissime giornate e poi pian piano si rivela il solito balbettìo incoerente e inconsistente che così bene i tifosi conoscono . I motivi alla lunga sono sempre gli stessi; dirigenza ridicola; campagna acquisti da mercato delle pulci; strutture inadeguate, preparazione atletica stile squadra scapoli vs ammogliati; allenatore alla Oronzo Canà; solite beghe nello spogliatoio; tifoseria divisa e dedita più agli affari che al tifo . Con questa ricetta il Torino FC arriva alla pausa natalizia col serio rischio di battere il record negativo del Torino/Ergom del trio-monnezza Ciminello/Zaccarello/Craverio che in combutta con Ezio "Mortimer" Rossi aveva portato la squadra al 12° posto della serie B, peggior risultato di sempre . Per cercare di risollevare le sorti granata, Cairo e Foschi tentano la carta dell'esonero di Colantuono e chiamano in panchina Mario Beretta; impiegherà 5 giornate a capire di esere capitato in un merdaio, poi si farà da parte per il ritorno di Colantuono...Come intermezzo tiene banco la solita manfrina dei giocatori, si sparge la voce che alcuni di loro sia implicati nella solita faccenda delle scommesse clandestine e degli incontri pilotati .
In piena rottura con la tifoseria l'infame figliol bastardo Di Michele gioca la carta della provocazione e invita i degni compari a festeggiare il suo compleanno in un noto ristorante torinese . All'esca abbocca un gruppetto di tifosi che nel cortile del ristorante ferma alcuni giocatori e chiede spiegazioni sia delle provocazioni che dello scarso rendimento della cricca del capitano . Volerà qualche spintone e qualche "vezzeggiativo" nei confronti dei giocatori ma l'indomani il capitano Di Michele con tutta la coorte dei suoi colleghi buffoni a fargli da cornice, cercherà di leggere uno sgrammaticato comunicato di condanna per le "violenze" subite nel cortile del ristorante, violenze che a suo dire danneggiano la serenità dei giocatori e la loro resa in campo . La frattura tra squadra e tifoseria diventa troppo profonda, Cairo è costretto a intervenire e per prima cosa affianca un alter ego a Rino Foschi; si tratta di Gianluca Petrachi, ex- meteora granata dell'era Calleri che sarebbe passato inosservato nella storia del Toro se non fosse che il suo arrivo significò la perdita definitiva dell'allora promessa Bobo Vieri .
Il vecchio "mago" Rino Foschi vede il nuovo arrivo Petrachi come una mancanza di sfiducia nel suo operato e rassegna le dimissioni; Petrachi dal canto suo si attiva da subito e parte così l'epurazione: via gli infami Di Michele, Diana, Colombo, Pisano; cessione anche di Zanetti, Loviso, Calderoni, Pratali, Vantaggiato . In entrata lo svincolato portiere Morello, il psicopatico Pestrin sempre a caccia di rossi, gli sconosciuti Scaglia, D'Ambrosio, Garofalo, Statella; emeriti bidoni come Ignacio Pià e Lèon . Tuttavia la cacciata degli infami, l'inetto presidente che si defila, la fermezza di Petrachi e la voglia di emergere dei carneadi, fa sì che la squadra cominci a giocare e recuperare posizioni in classifica ma, a ridosso delle ultime partite, causa la cattiva preparazione atletica e lo stress per l'inseguimento, il Torino FC perde terreno e punti e sopratutto la promozione diretta in serie A . E' di nuovo la batteria degli spareggi, se il primo ostacolo rappresentato dal sassuolo viene con grande fatica superato, la doppia finale contro il Brescia si rivela invalicabile con una partita di andata che lascia ancora qualche spiraglio nonostante il pareggio per 1-1 e con un ritorno che vede il Brescia prevalere con merito grazie sopratutto a pesati assenze in campo, prima fra tutte quelle di Rolando Bianchi che nonostante un campionato prolifico sotto il profilo delle marcature, evidenzia ancora una volta una grave mancanza di personalità e di carattere nei momenti topici . Certamente non da capitano del Toro . insomma si deve registrare l'ennesima delusionema l'ambiente è così sconcertato che non ha la forza di reagire .










Si ringrazia Francesco Battistelli e il suo sito batsweb.org per il contributo fondamentale sulle formazioni del Toro .

Edited by Bolmida - 10/7/2010, 10:09
 
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